2 vigili morti e si aggravano le condizioni di uno dei vigili feriti

C’è un dubbio insoluto nella tragedia di Catania: ed è legato al motivo per il quale la casa di Giuseppe Longo era satura di gas. l’anziano meccanico di biciclette voleva suicidarsi e dunque ha aperto l’erogatore della bombola di gps – gli investigatori ne ritroveranno in totale tre – oppure c’è stata una perdita improvvisa non voluta dall’anziano del Fortino che viveva da solo in quella abitazione con due entrate, da via Garibaldi e da via Sacchero? E ancora: Longo al momento dell’esplosione improvvisa era ancora in vita oppure era deceduto per le esalazioni del gas che avevano saturato la casa? Sono i dubbi attorno alla disgrazia di ieri sera con la morte dei due vigili del fuoco Dario Ambiamonte di 40 anni e Giorgio Grammatico di 30 morti nello scoppio. Sulla dinamica esatta dello scoppio la squadra mobile della questura e la polizia hanno avviato l’indagine. Per l'esplosione è stato iscritto sul registro degli indagati per disastro colposo il caposquadra Marcello Tavormina, 38 anni, uno dei due feriti. Per la Procura è un atto dovuto prima di compiere atti irripetibili.

Sono intanto diventate maggiormente critiche nella notte le condizioni di salute di uno dei due vigili del fuoco ricoverati nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Garibaldi, diretto dal dottore Sergio Pintaudi. E' Giuseppe Cannavò, di 38 anni, che ha una grave lesione polmonare. Restano critiche, ma senza pericolo di vita, le condizioni dell'altro pompiere, Tavormina, che ha riportato un trauma cranico. "Grazie all'Italia per l'affetto e la solidarietà che ci esprime - commenta il comandante del Corpo dei vigili del fuoco, Gioacchino Giomi, a Catania per fare visite ai due pompieri feriti - Abbiamo ricevuto attestazioni di stima sia telefoniche che con messaggi da semplici cittadini e da parte di altri corpi dello Stato. Noi non vorremmo mai trovarci in queste situazioni, ma ci consola il fatto che il nostro lavoro è apprezzato da tutti".

All'obitorio dell'ospedale Vittorio Emanuele una cinquantina di persone, tra parenti, amici e colleghi di lavoro. Dentro ci sono i corpi di Grammatico e del suo collega Dario Ambiamonte, di 40 anni. Nessuna voglia di parlare: solo silenzio e dolore in attesa di potere avere il via libera per portare celebrare i funerali. "L'abbiamo saputo dai giornalisti, purtroppo è successo. È terribile", dice con un filo di voce il padre di Grammatico. *fonte il web
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